martedì 17 gennaio 2012

Achille piè veloce







Nella consuetudine traballante di una vita cittadina, tra un drago bruco e un nuovo libro da vagliare, l’esistenza di Ulisse viene sconvolta da una lettera.
Con stile gotico e scrittura raffinata, aulica, Achille, spiegava in modo misterioso e quasi oscuro il bisogno di incontrarlo.
È possibile entrare nel mondo di un “mostro” e scoprire che ciò che all’apparenza ci sembra immondo e così differente da noi, alla fine, è diverso soltanto nell’esteriorità?
Achille, il giovane “mostro”, isolato dal mondo e costretto a vederlo da lontano, dalla penombra della sua casa, ci stupisce già dalle sue prime battute, infatti, scopriamo subito la sua acutezza: “la vita di un puntuale è un inferno si solitudini immeritate”.
Ulisse, catapultato in un mondo inaspettato e onirico, si sorprenderà nel comprendere come il giovane e “mostruoso” Achille diventi pian piano un amico.
A volte chi non può godere appieno del mondo riesce a dare un peso più giusto alla vita, al singolo alito di vento che ci accarezza la pelle.

“Lei fa tutto "quasi"? Anch'io. Ma nel mio "quasi" c'è un'impossibilità, nel suo c'è una scelta, una noia, un'insufficienza. Lei è qualche volta "quasi" solo?".

Ironico e impregnato da una malinconica perversione, Achille piè veloce ci svela con tenera inquietudine come la diversità, che tanto allontana gli esseri umani, altro non è che esteriorità, dentro, batte un cuore simile in ogni essere.
Anche Ulisse, come Achille, seguendo un sentiero che non gli appartiene, entra in un mondo simile ad un incubo onirico o ad un sogno paradisiaco, la vita…

“C’è che, a volte, non si capisce proprio quando si sta sognando e quando si è svegli. Che se ci pensiamo, beh … la vita è proprio così, sì, ci sono sogni che paiono realtà e realtà che paiono sogni”.



Michele Drago


Achille piè veloce
Di Stefano Benni
Edito da Feltrinelli

mercoledì 4 gennaio 2012

Follia, di Patrick McGrath


Quando l’amore e la passione travolgono in modo tanto impetuoso e spasmodicamente inebriante un uomo e una donna è possibile rimanere raziocinanti?
Mentre il profumo delle pagine che scorrono porta l’immaginario del lettore alla costruzione  un palcoscenico traballante  e un po’ fumé, i protagonisti e le loro anime ondeggiano in bilico tra le corde della follia e quelle del sentimento.
Follia, il più fortunato romanzo dello scrittore Patrick McGrath, accattivante e perverso.
A prima vista potrebbe sembrare una storia di ordinario sentimentalismo, una donna sposata, un uomo seducente, inquietante; una storia di passione, ma addentrandoci nelle pagine del libro si comprende ben presto che la banalità apparente è rimpiazzata dalla voglia di conoscere particolari intimi, bassi istinti e sentimenti dei protagonisti.
Il  lettore viene catapultato in un mondo parallelo in cui la perversione, la ricerca del limite, il salto nel vuoto avvicina alla morte fino a tangerla.
Il bisogno di cercare un rifugio, nella passione e la speranza di trovarlo in un amante ormai perso nella sua irrazionalità è il filo conduttore che percorre tutta la storia fino al compimento, nel comprendere che non è più possibile scaldarsi a quel fuoco e che non abbia più alcun senso continuare a sopravvivere.
Spesso i sentimenti e i pensieri che aggrovigliano l’esistenza della protagonista hanno dei rimandi nella storia di vita di Alda Merini, anche lei travolta da passione e dolce follia.
Malinconiche visioni di anime tristi e in cerca di un’identità.
Follia è forse il bisogno che ognuno di noi ha dentro se di esplicitare i propri istinti, spesso, senza controllo e quasi animaleschi e che inevitabilmente avvicinano Eros e Thanatos in una calda danza d’amore e morte.

                                                                                                                                          Michele Drago

sabato 31 dicembre 2011

Un incantesimo per il nuovo anno...

Vi auguriomo un anno ricco e divertente; che i vostri sogni si realizzino e che la speranza non vi abbandoni mai.
Nel nuovo anno vi regaleremo nuove emozioni e avvincenti esperienze....

A presto

Il team Déjà Vu

mercoledì 21 dicembre 2011

Correva l’anno 1698 e nella città avvenne il fatto memorabile


A volte per comprendere il presente è necessario specchiarsi nelle storie del passato.
Chiudere gli occhi ed ascoltare con la voce del cuore  le storie che le nostre nonne sentirono dalle loro vecchie nelle calde giornate di scirocco siciliano.
Mentre il nero barocco calatino è la pomposa cornice che accompagna il lettore per  tutto il libro, la scrittrice Maria Attanasio, ci fa vivere sulla nostra pelle anche l’altra Sicilia, quella delle campagne, della fatica per guadagnarsi un tozzo di pane, quella di una scappatella selvaggia tra una “gebbia” e un campo di grano.
Correva l’anno 1698 quando Francisca, embrionale simbolo del femminismo siciliano, quasi inconsapevole, così semplice e naturale; una vita stroncata dalla morte prematura del marito e dalla povertà della sua condizione sociale, si tramutava da donna a uomo, dimostrando a se stessa e a una Sicilia ancora impreparata che il lavoro non è umiliazione, che ogni uomo ed ogni donna hanno diritto a vivere secondo la propria inclinazione e secondo il proprio volere.
Francisca  rifiutando la vita pericolosa e umiliante della prostituzione, confidando, però, nella sua gagliardia e nella sua perizia di contadina, di "bracciante", decide di occultarsi come donna, di travestirsi, di mascherarsi da uomo per avere lavoro e sopravvivere, “fimmina intra e masculu fora e pertanto fazzo sta cosa che di donna adivento huomo”.
Un intenso ed emotivo spaccato di vita che intreccia  le peripezie di una donna eccezionale con l’ambiguità di un popolo ricco di retaggi  per cui è più credibile pensare che una donna possa essere una strega piuttosto che la stessa possa lavorare la terra.
Il romanzo culmina in una visione quasi evangelica di Francisca, che come Cristo sulla croce,  incontra gli occhi colmi di saggezza dell’Inquisitore del Santo Officio.
Questa parabola laica che porta in se sentimento di  perdono e di uguaglianza fa crescere in me la speranza per il futuro di quanti oggi, nuovo 1698, possano sperare di vivere la propria normalità senza essere accusati di essere contro la natura dell’uomo o di Dio.

venerdì 9 dicembre 2011

Neve di Maxence Fermine




Neve, romanzo lieve e delicato come il titolo che porta.

Una storia romantica e che ci riporta all’amore puro, spirituale, eterno.

Bianco e puro come la neve il percorso che il giovane ribelle Yoku apprende dal pittore cieco Saseki.

“E mentre le stagioni si sgranano nella clessidra del tempo, Yoku capirà che ci sono due categorie di persone . Ci sono quelli che vivono, giocano e muoiono. E ci sono quelli che si tengono in equilibrio sul crinale della vita. Ci sono gli attori. E ci sono i funamboli”.


Un viaggio in equilibrio instabile che attraversa due generazioni per arrivare a comprendere che il vero viaggio di ogni uomo è dentro se stesso.

Solo dopo aver guardato bene dentro se stessi è possibile guardare il mondo con gli occhi del cuore e vedere, finalmente, nuovi colori, nuove emozioni, nuove parole …

La tenue atmosfera di un Giappone primaverile abbraccia il lettore e lo accompagna per tutto il viaggio attraverso paesaggi e colori inaspettati arrivando fino ad un inverno bianco e gelato.


Neve è un breve romanzo che, in questi giorni natalizi, riesce a fare sognare chi ha ancora nel cuore la speranza di tuffarsi nell’amore e di vivere con esso sospesi su un filo …..
Di neve.


Michele Drago

Eccoci qui!

Michele Drago

Instabile nella sua follia creativa e curioso, dopo una iniziale formazione universitaria classica, viene risucchiato casualmente nel teatro che diviene una passione fondamentale che approfondisce con una formazione professionale quadriennale. Prosegue, poi, un percorso formativo in quello che sarà il suo grande amore la scrittura.
Sognatore, fabbricante di sogni ma anche molto rigoroso.

Eccoci qui!

Sveva Panzeri


Poliedrica e scoppiettante inizia la sua formazione teatrale con una percorso triennale approfondendo con molteplici workshop e stage di grande spessore.
Mai sazia di nuove conoscenze, prosegue il suo cammino formativo specializzandosi in danza movimento terapia.
Con lei in giro …. Manca il respiro!

Eccoci qui!

ALESSIO MINARDA


Dopo aver seguito il percorso di formazione teatrale segue molteplici stage e workshop preferendo al teatro classico una forma più emozionale tendente a sviscerare sentimenti e sensibilità.
Nel corso della formazione post-attoriale si avvicina alla drammaterapia sino ad arrivare al teatro danza conciliando, così, il movimento alle emozioni.
Amante dei buoni libri e della buona musica .

Eccoci qui!

ORIETTA MORANDIN

Drammaterapista, ha frequentato laboratori e seminari di Drammaterapia.
Insegnante di scuola dell'infanzia, svolge laboratori teatrali con bambini dai 3 ai 5 anni con lo scopo di promuovere l'espressività corporea, verbale ed emotiva attraverso giochi individuali e di gruppo sulla fiducia, le emozioni e la consapevolezza del proprio corpo nello spazio.